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Capire la vitiligine

Negli ultimi tempi, complice la maggiore esposizione e visibilità di alcuni personaggi come la supermodella Winnie Harlow o l’attrice Kasia Smutniak, la vitiligine è divenuta un tema di discussione e approfondimento.

Non è più un tabù o perlomeno si cerca di parlarne di più, di rompere il muro di silenzio che avvolge chi soffre di questa patologia. Tanti, infatti, sono i pregiudizi e i luoghi comuni che circolano a proposito di questa particolare condizione.

“Anni fa un dottore tibetano mi ha detto che sono come un serpente, mi sto trasformando, sto cambiando pelle. All’epoca non volevo “trasformarmi”, pensavo tutto dipendesse dalla mia volontà. Però allo stesso tempo ero attratta dalle unicità degli altri. La mia non è una storia né triste né tragica né tantomeno orripilante. È stato un percorso lungo ma bellissimo, a tratti anche comico. Ne ho condiviso solo un pezzetto, portando avanti un messaggio positivo e sperando che la mia testimonianza potesse dare forza a tante persone con la mia stessa particolarità o senza”.

Così scriveva in un lungo post, l’attrice polacca, raccontando la propria esperienza personale con la malattia.

Ma cos’è la vitiligine e cosa la causa?

Vitiligine: una malattia autoimmune?

 

Uno dei sintomi immediatamente riconoscibili della vitiligine sono le macchie. All’improvviso, sulla pelle compaiono delle chiazze bianche, più chiare del normale.

È come se la pelle, in alcuni punti, fosse scolorita.

La vitiligine, infatti, è una patologia cronica della cute legata alla perdita o danneggiamento di melanociti, le cellule che producono melanina, il pigmento responsabile della colorazione di pelle, capelli e alcuni parti dell’occhio.

Non è una malattia contagiosa, non si tratta di un cancro della pelle né provoca effettivi danni all’organismo.

Tuttavia, chi soffre di vitiligine è maggiormente esposto ai danni provocati dalla radiazione solare come eritemi e scottature poiché la melanina prodotta è troppo scarsa e non riesce a proteggere la pelle.

Inoltre, non bisogna trascurare il peso psicologico di una simile condizione. Come testimoniato da chi ne fa esperienza in prima persona, non è semplice accettare di dover convivere con la vitiligine, anche a causa del senso di esclusione e della percezione che gli altri hanno della malattia. Si deve fare i conti con un’immagine di sé che si tramuta. Ci si guarda allo specchio e si vede il proprio corpo cambiare, senza poter far nulla per rendere reversibile questa situazione.

Per la vitigiline, infatti, non esiste una cura definitiva.

Le cause della vitiligine

In verità, non si sa bene neppure quali siano le cause alla base di questa malattia cutanea.

Attraverso studi e ricerche, gli esperti sono arrivati a ipotizzare una serie di fattori che potrebbero concorrere nello scatenare la problematica.

È possibile che la vitiligine sia una malattia autoimmune.

Patologie di questo tipo hanno origine in una disfunzione del sistema immunitario.

Il nostro sistema difensivo si attiva erroneamente, attaccando e distruggendo le nostre stesse cellule e i tessuti sani poiché non li riconosce e li identifica come un corpo estraneo, qualcosa di potenzialmente dannoso che deve essere messo in condizione di non nuocere all’organismo.

Vi è poi la possibilità che la vitiligine sia legata allo stress ossidativo e all’accumulo di radicali liberi e perossido di idrogeno. Queste sostanze sarebbero in grado di interferire con la produzione di melanina.

Altre evidenze inducono a puntare il dito anche sugli eventi stressanti. Stiamo parlando di situazioni che provocano un forte stress, sia dal punto di vista psicologico (incidenti, traumi, lutti etc.) sia dal punto di vista fisico (tagli, scottature, lesioni etc.). È possibile che la vitiligine sia causata anche da questo tipo di situazioni.

Diagnosi della vitiligine

Nel caso in cui si sospetti di soffrire di vitiligine, occorre rivolgersi al proprio medico di base oppure a un dermatologo, specialista della pelle, per effettuare la diagnosi che avviene per mezzo di un esame obiettivo.

Il professionista potrebbe avvalersi dell’uso della Lampada di Wood, un apparecchio che emette raggi ultravioletti, con il quale è possibile distinguere le macchie prodotte dalla vitiligine da quelle causate da altre patologie (per esempio la pitiriasi versicolor)

Oltre all’osservazione diretta della pelle, il professionista potrebbe raccogliere altre informazioni, domandando:

  • Se in famiglia esistono altri casi di parenti con vitiligine
  • Se c’è familiarità con le malattie autoimmuni (genitori o altri parenti che soffrono di questo tipo di disturbi)
  • Se si sono verificati traumi o ferite nelle zone di pelle colpite da depigmentazione
  • Come la pelle reagisce all’azione del sole
  • Se e quali cure o terapie si stanno seguendo e quali sono gli effetti prodotti

Come trattare la vitiligine?

Ciascun individuo è un caso a sé.

Di conseguenza, la terapia più adatta per la vitiligine dovrebbe essere discussa e prescritta da un dermatologo esperto, dopo una visita accurata che prenda in considerazione la situazione nel suo complesso, l’avanzamento della malattia e la sua gravità.

La terapia, infatti, ha lo scopo di ripristinare per quanto possibile lo spetto originario della cute e impedire il progredire del processo di depigmentazione.

Fototerapia con raggi UVB

Una delle strategie terapeutiche più utilizzate per la vitiligine è la fototerapia con raggi UVB a banda stretta. Nello specifico, si utilizzano dei macchinari speciali capaci di emettere raggi ultravioletti che sono in grado di stimolare i melanociti, favorendo la repigmentazione delle aree interessate.

Quando ci si sottopone a questo tipo di trattamento, risulta molto utile l’assunzione di Pigmadin, integratore alimentare 100% vegan con funzione eupigmentante, immunomodulante e antiossidante.

Pigmadin migliora la risposta della cute al trattamento fototerapico. Previene e limita gli effetti collaterali dei raggi UV, potenziando gli effetti benefici della fotoesposizione. La piperina, contenuta nell’integratore, stimola la pigmentazione, aiutando la pelle a ritrovare il suo naturale colorito.

La formulazione di Pigmadin contiene potenti antiossidanti naturali di ultima generazione, che contrastano i danni prodotti dai radicali liberi, proteggendo le cellule dallo stress ossidativo.

Questo integratore può essere associato all’uso di Melanidin. Una crema che aiuta a favorire il naturale processo di pigmentazione della cute, particolarmente utile in caso di vitiligine, ipomelanosi o esiti della Pityriasis Versicolor, ottenendo una colorazione della pelle molto simile a quella naturale.

Terapia farmacologica

Sebbene non esistano farmaci specifici contro la vitiligine, questa patologia viene trattata anche attraverso la somministrazione di corticosteroidi per via topica, cioè applicando direttamente sulle macchie delle creme a base di cortisone.

Questo tipo di intervento, però, viene raccomandato soltanto nel caso di vitiligine localizzata.

Inoltre, farmaci di questo tipo devono essere utilizzati soltanto sotto stretta osservazione del medico. L’uso indiscriminato, privo di adeguata supervisione, può portare più danni che benefici.

Spesso, la terapia della vitiligine prevede anche la prescrizione di immunosoppressori.

Per eventuali segnalazioni o reclami, si prega di contattare il titolare del presente sito web all’indirizzo email gdtif@gditalia.biz

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