Steatosi epatica. L’importanza di un fegato in salute
Sempre più persone soffrono di fegato grasso, una condizione medica che espone a gravi rischi per la salute. La steatosi epatica, infatti, si associa a rischio cardiovascolare e rappresenta l’anticamera di molte patologie invalidanti come il diabete.
Ma di cosa si tratta?
In questo articolo vedremo cos’è la steatosi epatica o fegato grasso, quali sono le cause e le conseguenze sul nostro organismo, ma soprattutto come comportarsi per prevenirla e mantenersi in sani più a lungo.
Fegato sano e fegato grasso
Il fegato rappresenta uno degli organi più importanti per le funzioni metaboliche. Tra le altre cose, il fegato:
- produce la bile, la sostanza che ci consente di digerire i grassi, degradandoli nelle loro componenti più piccole in modo che possano essere più facilmente assorbiti dall’intestino;
- sintetizza colesterolo e trigliceridi, che rappresentano una fondamentale riserva energetica per l’organismo
- interviene nella formazione del glucosio, necessario a nutrire le cellule del corpo umano;
- protegge l’organismo, distruggendo le sostanze tossiche che gli arrivano attraverso il sangue, metabolizzando le scorie e tossine che vengono introdotte tramite l’alimentazione, l’inquinamento o i farmaci e rendendole innocue.
E molto altro ancora. Bastano anche soltanto queste poche righe di spiegazione a comprendere quanto sia importante mantenere un fegato in salute, seguendo una dieta sana e bilanciata, evitando eccessi e ricordandosi di effettuare controlli mirati quando si rendano necessari degli approfondimenti.
I problemi al fegato possono essere causati da diverse cause, che vanno dall’alimentazione sregolata, con eccessivo consumo di alcol e grassi, alle infezioni, fino al consumo di farmaci che ne possono compromettere la funzionalità.
Una delle patologie sempre più diffuse ai giorni nostri è proprio la steatosi epatica, un disturbo caratterizzato dall’accumulo eccessivo di trigliceridi nelle cellule epatiche. In particolare, si arriva a una diagnosi di fegato grasso quando il grasso nel fegato supera il 5% del peso dell’organo che oltrepassa notevolmente il suo volume consueto.
Cause del fegato grasso
Non è un caso che questa patologia si stia diffondendo soprattutto nei paesi occidentali, altamente industrializzati, dove la maggior parte delle persone svolgono lavori d’ufficio, trascorrono ore al computer o davanti al televisore, mangiano in abbondanza e raramente si dedicano allo sport.
Il fegato grasso, infatti, si associa in genere a uno stile di vita scorretto, caratterizzato da due elementi: la sedentarietà ovvero scarsa attività fisica e un’alimentazione ipercalorica, con una dieta sbilanciata a favore di alimenti nocivi come grassi saturi, zuccheri e cibi processati.
Proprio come la sindrome metabolica, il fegato grasso è prevalentemente una malattia del benessere, più frequente laddove c’è ampia disponibilità di cibo.
In un articolo comparso su Repubblica nel 2018, si legge che negli States, patria dei fast food e del cibo spazzatura, è in atto una vera e propria emergenza “fegato grasso”, con numeri preoccupanti.
Si parla, infatti, di milioni di persone con ridotta funzionalità epatica negli Stati Uniti.
Tra i fattori di rischio per la steatosi epatica troviamo:
- l’obesità. Tra il 70 e il 90% dei pazienti obesi presentano fegato grasso;
- il diabete. Si calcola che ben il 75% dei pazienti con diabete di tipo 2 abbia sviluppato questa patologia;
- le dislipidemie, disturbi metabolici caratterizzati da alti livelli di colesterolo e/o trigliceridi nel sangue;
- l’anemia;
- l’alcolismo. Un consumo sfrenato e prolungato di alcolici provoca quella che viene definita “steatosi epatica alcolica”, una condizione patologica reversibile, che nel caso in cui non venga curata per tempo può degenerare in problematiche ancora più gravi quali l’epatite e la cirrosi epatica;
Ma questa condizione solitamente dovuta a un sovraccarico del fegato potrebbe derivare anche da squilibri ormonali, digiuni prolungati, perdite improvvise di peso, eccesso estremo di attività fisica e uso prolungato di alcuni farmaci che, purtroppo, possono incidere sulla funzionalità epatica, andando a danneggiare il fegato come i corticosteroidi o i chemioterapici.
Alcune ricerche recenti mettono in evidenza anche la possibilità che una nuova mutazione genetica favorirebb l’insorgenza del fegato grasso.
Fegato grasso: sintomi e conseguenze
In un certo senso, la steatosi epatica è una malattia subdola e silenziosa perché è difficile accorgersi di averla senza effettuare degli esami clinici. Spesso, la diagnosi di fegato grasso arriva inaspettatamente, per puro caso, in seguito ad analisi del sangue o a un’ecografia svolta per altri motivi.
Nella maggior parte dei casi, infatti, la steatosi epatica è asintomatica, non ha manifestazioni evidenti che possano evidenziare la presenza del disturbo in modo indubitabile.
Occasionalmente, almeno nelle sue fasi iniziali, la patologia si mostra attraverso piccoli sintomi aspecifici come:
- leggero fastidio o malessere addominale
- senso di pesantezza a seguito dei pasti
- alitosi
Nelle sue fasi più avanzate, tale sintomatologia può accentuarsi e amplificarsi, con la comparsa di altre problematiche quali:
- inappetenza (scarso appetito) a cui segue dimagrimento
- senso di stanchezza
- lieve stato confusionale e agitazione
- ittero (colorazione giallastra di pelle, mucose e delle sclere cioè del “bianco” dell’occhio)
Se non affrontata per tempo, la patologia evolve, aggravandosi sempre di più. Quando arriva la diagnosi, spesso la malattia ha già raggiunto un stadio avanzato.
Il secondo stadio della malattia è la steatopatite non alcolica, che provoca infiammazione e danno alle cellule del fegato. Nel tentativo di sostituire quelle cellule e guarire le lesioni, il fegato produce tessuto cicatriziale, che però non è in grado di espletare le stesse funzioni del tessuto sano.
Il suo accumulo provoca fibrosi.
A lungo andare, questa situazione può condurre direttamente alla cirrosi epatica e in ultima istanza, nei casi più gravi e non adeguatamente trattati, al cancro al fegato (carcinoma epatocellulare).
Diagnosi del fegato grasso: quali esami sono necessari per individuare la steatosi epatica?
Come abbiamo visto, il fegato grasso è una condizione clinica da non sottovalutare. Effettuare dei controlli e sottoporsi regolarmente agli esami, soprattutto quando si sospetti qualche problema, è fondamentale.
Una diagnosi tempestiva può fare davvero la differenza.
Per questo, è bene conoscere anche le modalità attraverso le quali viene rilevato il fegato grasso. I principali esami che consentono la diagnosi sono:
gli esami del sangue, attraverso i quali si analizzano le transaminasi, la gamma G-T (un enzima che si trova nel fegato, nei reni e nelle cellule del pancreas) e i valori di colesterolo e trigliceridi oltre che gli indici che segnalano la presenza di infiammazione;
gli esami di diagnostica per immagini come l’ecografia epatica, un esame non invasivo che consente di constatare lo stato di salute del fegato, a cui possono seguire ulteriori accertamenti tramite TAC o risonanza magnetica;
la biopsia epatica, che consiste nel prelievo di una piccola porzione di tessuto da sottoporre ad analisi di laboratorio.
Si può guarire dal fegato grasso?
Come abbiamo visto, in seguito ad alcuni comportamenti scorretti, il fegato può ammalarsi e smettere di funzionare nel modo corretto. Ma se si interviene nel modo giusto, è possibile guarire dalla steatosi epatica, evitando che il disturbo causi conseguenze terribili.
A oggi, non esistono dei farmaci specifici per questa patologia.
Dunque, la cura per il fegato grasso consiste nell’adottare uno stile di vita più equilibrato basato sul giusto mix tra alimentazione sana e regolare attività fisica.
Prevenire la steatosi epatica. Buone pratiche per la salute del fegato
Come la cura, anche la prevenzione della steatosi epatica passa per alcune buone pratiche che ci consentono di mantenere il fegato in buona salute.
Cosa mangiare e non mangiare per evitare il fegato grasso
Per quel che riguarda la dieta o meglio il regime alimentare da seguire, sono validi i consigli nutrizionali classici che prevedono di privilegiare il consumo di frutta e verdura fresca e di stagione, evitando di abusare però della frutta più gustosa perché maggiormente zuccherina come l’uva e i fichi.
A questo, è bene accompagnare carboidrati complessi e con basso indice glicemico come pane, pasta, riso, avena, orzo, farro, meglio se integrali.
La carne, specie quella rossa, non è da evitare ma occorre limitarne il consumo.
Si consiglia, inoltre, di assumere un quantitativo minore di latte e derivati e, più in generale, di cibi ad alto contenuto di grassi, sia di origine animale che di origine vegetale.
Prodotti industriali, raffinati, pieni di grassi idrogenati dovrebbero essere messi al bando. Stiamo parlando di snack, merendine, biscotti, patatine in busta, succhi di frutta confezionati…
Tutti questi piccoli sfizi fanno gola ma, a lungo andare, ci danneggiano in modo serio.
Anche il modo in cui cuciniamo gli alimenti prescelti conta molto: meglio preferire cotture al vapore, alla griglia o in pentola a pressione anziché utilizzare, per esempio, la frittura. Dosare accuratamente olio, burro e altri condimenti, che innalzano il livello di grassi nel piatto senza che ce ne accorgiamo.
Serve a poco scegliere di mangiare un petto di pollo alla griglia se poi ci spalmiamo sopra qualche salsina saporita a base di grassi e zuccheri per renderlo più ghiotto.
In parallelo alla dieta, si può anche prevedere l’assunzione di un integratore alimentare come Omegadin Plus Retard, che combina gli effetti benefici degli acidi grassi insaturi della serie omega-3, omega-6 e omega-9 di origine vegetale e dell’estratto di Arancia Rossa.
Grazie ai suoi principi attivi, questo integratore 100% vegano:
- riduce i livelli di colesterolo e trigliceridi, aiutando l’organismo a tenere sotto controllo la concentrazione di questi grassi
- migliora la circolazione sanguigna
- contribuisce a prevenire la steatosi epatica, ostacolando l’accumulo di grasso nelle cellule del fegato
- migliora l’insulino-resistenza tipica dei pazienti affetti da diabete e altre patologie metaboliche
Pratica regolare attività fisica contro il fegato grasso
Un recente studio effettuato su pazienti con steatosi epatica ha dimostrato che bastano 150 minuti di attività fisica a settimana per ridurre il grasso a livello del fegato.
Ma anche chi è in perfetta salute beneficia di un buon allenamento.
La pratica sportiva costante è una vera e propria medicina preventiva, capace di abbassare il rischio di sviluppare patologie metaboliche come la steatosi epatica.
Come?
Aiutando il fegato a non assimilare troppi grassi, alleviando anche lo stress metabolico.
Quindi dobbiamo correre a iscriverci in palestra?
No, non è strettamente necessario. Basta essere meno pigri, in verità, scegliendo di rinunciare a qualche comodità di troppo nella nostra quotidianità.
Qualche esempio:
- fare le scale anziché prendere l’ascensore
- fare una passeggiata al parco con un amico invece che incontrarvi al solito bar per prendere un caffè;
- evitare di prendere la macchina per raggiungere un posto vicino, preferendo andare a piedi o in bicicletta;
In sostanza, basta muoversi, mantenendosi attivi.
Alcol sì, ma con moderazione
Come abbiamo detto, l’alcol è uno dei fattori che possono influenzare lo sviluppo di patologie al fegato. Per questo, sarebbe opportuno assumerne in quantità ridotte, con moderazione.
Un bicchiere di buon vino per accompagnare il tuo piatto preferito non è certo un problema.
È l’eccesso a mettere in pericolo la salute.
Monitoraggio medico
Naturalmente, la prevenzione si fa anche sottoponendosi a controlli medici regolari.
Monitorare lo stato di salute del fegato con esami clinici e visite ti aiuterà a renderti conto se c’è qualcosa che non va, prendendo provvedimenti per tempo.
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