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Infezione da Trichomonas e salute intima femminile

Quando si pensa alle malattie sessualmente trasmissibili (Mts) vengono in mente la clamidia, la gonorrea, la sifilide o il papilloma virus. Infezioni “famose”, molto più comuni di quanto si immagini, specialmente tra gli adolescenti e i giovani adulti.

Ma una delle infezioni più diffuse a livello mondiale è molto meno conosciuta: la tricomoniasi o vaginite da trichomonas.

A causarla è il Trichomonas vaginalis, un minuscolo parassita unicellulare (per l’esattezza un protozoo) che attacca l’apparato genitale delle donne e – più di rado – quello degli uomini.

Se stai cercando tutte le informazioni su questa infezione, come si trasmette, come si diagnostica e, soprattutto, come può essere curata, sei arrivata nel posto giusto. In questo articolo approfondiremo i vari aspetti della tricomoniasi, parlando anche di due condizioni tipicamente femminili che possono associarsi all’infezione: la gravidanza e la menopausa.

Partiamo dai sintomi.

Tricomoniasi, come riconoscerla? Sintomi dell’infezione nella donna e nell’uomo e loro durata

L’infezione da trichomonas vaginalis è un tema che interessa in primo luogo la salute intima femminile. Questo protozoo, infatti, può aggredire la vagina, proliferando al suo interno grazie alla propria capacità di sfruttare il glicogeno – naturalmente presente nella mucosa vaginale – per espandersi, alterando la flora batterica intima della donna.

Ciò può provocare l’insorgenza di una vaginite, che si manifesta con:

  • prurito
  • bruciore
  • disagio o dolore durante i rapporti sessuali
  • fastidio durante la minzione
  • irritazione e indolenzimento dei genitali esterni
  • perdite anomale, di colore giallastro e dall’odore sgradevole

Tali sintomi possono peggiorare nel periodo delle mestruazioni ed è anche possibile un sanguinamento successivo ai rapporti intimi con il proprio partner.

Gli uomini, meno soggetti a contrarre il Trichomonas Vaginalis, sono più spesso portatori asintomatici. Talvolta, però, l’infezione provoca uretriti e prostatiti, che portano con sé diversi fastidi:

  • bruciore mentre si urina o durante l’eiaculazione
  • secrezioni uretrali scarse
  • bruciore al glande

Tutto ciò naturalmente ha effetti molto negativi sulla quotidianità e sulla vita intima di chi contrae l’infezione.

Occorre sottolineare che il Trichomonas vaginalis ha tempi lunghi di incubazione. Di conseguenza, i sintomi potrebbero manifestarsi dai 4 ai 28 giorni dopo l’infezione.

Come si prende la tricomoniasi?

Come abbiamo sottolineato all’inizio, la tricomoniasi è un’infezione che si trasmette principalmente per via sessuale, specie in seguito a rapporti non protetti.

Naturalmente, l’utilizzo del preservativo non scongiura totalmente la possibilità di contrarre l’infezione. Tuttavia, si tratta comunque di un importante strumento di prevenzione poiché il lattice costituisce una barriera meccanica che impedisce il contatto diretto, limitando il passaggio di agenti patogeni da un soggetto all’altro.

È possibile contrarre il trichomonas vaginalis anche in altri modi, per esempio attraverso l’uso comune, tra persone diverse, di asciugamani, sex toys (giocattoli sessuali), biancheria intima.

Anche l’acqua di una piscina non trattata con cloro oppure dei servizi igienici pubblici non correttamente puliti possono veicolare il protozoo responsabile dell’infezione.

È anche possibile – come per altre infezioni, ad esempio la Candida – che il trichomonas passi da una madre al figlio appena nato durante il parto.

Il Trichomonas in gravidanza

Proprio la gravidanza rappresenta un periodo della vita di una donna durante il quale è più probabile contrarre infezioni intime.

Durante la gestazione, infatti, il corpo della futura neomamma subisce tutta una serie di trasformazioni: aumento del livello degli ormoni in circolo, alterazioni del pH vaginale, modificazioni del metabolismo.

Molto spesso, è la candida il nemico da cui guardarsi.

In altri casi, però, le donne incinte si trovano a fronteggiare proprio una vaginite da Trichomonas. una condizione che purtroppo si associa spesso a una serie di complicanze ginecologiche.

La Tricomoniasi in gravidanza, infatti, aumenta il rischio di parto pretermine, rottura prematura delle membrane e potrebbe determinare un basso peso alla nascita del bambino.

Inoltre, durante il parto, è possibile che l’infezione passi dalla madre al piccolo, con conseguenze di varia entità. Il nascituro potrebbe non manifestare alcun segno di malattia oppure potrebbe sviluppare una congiuntivite o una polmonite.

Per questi motivi, l’infezione da Trichomonas nelle donne in gravidanza deve essere individuata e trattata in modo tempestivo.

Il Trichomonas in menopausa

La menopausa rappresenta l’ultima tappa della vita fertile della donna. L’ingresso in questa nuova fase è accompagnato da una serie di modificazioni corporee che investono anche le zone intime.

Il calo di ormoni estrogeni, infatti, determina una riduzione dell’elasticità dei tessuti genitali e della mucosa vaginale: è l’atrofia vulvogenitale, che si associa alla secchezza intima, sperimentata purtroppo da tante donne mature che si trovano in difficoltà di fronte a questa nuova condizione.

Le variazioni ormonali determinano anche alterazioni del ph vaginale, esponendoci quindi all’insorgenza di diverse infezioni intime, tra le quali c’è anche quella da Trichomonas vaginalis.

Tuttavia, quando si arriva alla menopausa l’incidenza della tricomoniasi è molto più bassa che durante la vita fertile o in gravidanza.

Di conseguenza, se si avvertono sintomi che potrebbero far pensare a un’infezione di questo genere, occorre rivolgersi al proprio ginecologo per una diagnosi più precisa.

Cosa succede se non si cura la tricomoniasi? Conseguenze per la salute

Vogliamo rassicurarti.

La vaginite da trichomonas non è un’infezione grave e spesso, le donne che la contraggono non se ne accorgono neppure visto che può dare luogo anche a forme asintomatiche.

Abbiamo, però, il dovere di metterti in guardia.

Tutto questo, infatti, non significa che bisogna trascurare la propria salute intima, in attesa che l’infezione vada via da sola.

È possibile che la tricomoniasi guarisca spontaneamente, tuttavia se non trattata in modo adeguato, può estendersi, risalendo il tratto urinario, causando fastidiose uretriti e cistiti. Inoltre, l’infiammazione genitale che ne deriva può aumentare il rischio di contrarre altre malattie sessualmente trasmissibili, a partire dall’Hiv.

Prevenire la tricomoniasi: buone pratiche per la salute intima della donna



Trattandosi di un’infezione sessualmente trasmissibile, i principali fattori di rischio per l’infezione da Trichomonas vaginalis sono:

  • rapporti non protetti
  • utilizzo di soli contraccettivi orali
  • rapporti occasionali

Di conseguenza, il preservativo rappresenta un buono strumento preventivo contro la tricomoniasi. Utilizzarlo in modo costante e attento ogni qual volta si hanno dei contatti intimi consente di ridurre la probabilità di infezione e di vivere l’intimità in modo più sereno e sicuro.

Anche l’igiene intima è importante.

Ti consigliamo di scegliere sempre un detergente neutro che rispetti il naturale pH della vagina come Isoderma, prodotto per l’igiene delle zone più delicate del corpo, che può essere utilizzato in tutta tranquillità anche dalle donne in gravidanza.

Altra buona pratica da adottare è quella di evitare l’uso indiscriminato di ovuli e lavande vaginali. Questi dispositivi per l’igiene intima, infatti, agiscono direttamente sulla flora batterica locale e sul ph, provocando delle alterazioni del microbiota vaginale che possono renderci più soggette alle infezioni.

Per tutelare la salute intima e prevenire l’insorgenza di fastidiose infezioni, suggeriamo anche di introdurre nella propria dieta Plenum Integratore, grande alleato del benessere femminile, a base di 9 miliardi di fermenti lattici tindalizzati.

Perché dovresti consumare regolarmente questo integratore di fermenti lattici formulato per proteggere e reintegrare il microbiota?

Perché i lattobacilli presenti al suo interno degradano il glicogeno e formano Acido lattico, trasformando la mucosa vaginale in un ambiente inospitale per i batteri, prevenendo la proliferazione del Trichomonas vaginalis.

Inoltre, la lattoferrina svolge un’azione antimicrobica, simil-antibiotica e battericida, potenziando l’efficacia dell’integratore contro le infezioni di questo tipo.

Le vitamine E, B2 e B6, in sinergia con la biotina e la niacina, concorrono a mantenere le mucose in salute e regolano il metabolismo del ferro.

Ultimo, ma non meno importante: lo zinco rinforza il sistema immunitario, dando una sferzata di energia alle tue difese, che saranno più pronte a reagire di fronte all’aggressione di agenti esterni.



Come capire se ho la tricomoniasi? Visita ginecologica e test diagnostici disponibili

Quando si avvertono sintomi che fanno pensare a una possibile vaginite, è necessario prendere appuntamento con il proprio ginecologo di fiducia.

Attraverso una visita specialistica, il medico potrà effettuare una diagnosi accurata del tipo di infezione in corso, stabilendone l’origine. Le vaginiti, infatti, hanno natura diversa e possono insorgere in seguito all’infezione da parte di funghi, batteri o parassiti, come il Trichomonas vaginalis.

Il metodo più rapido per diagnosticare la tricomoniasi è la raccolta di un campione di secrezioni con un tampone vaginale, un tampone cervicale oppure prelevato dall’urina.

Il tampone vaginale è un esame non invasivo, rapido e indolore. Il ginecologo introduce un bastoncino ovattato – simile a un cotton fioc – all’interno della vagina per prelevare le secrezioni.

Il tampone cervicale, invece, consiste nel prelievo di cellule dalla cervice uterina cioè la zona del collo dell’utero.

Il campione così ottenuto viene successivamente osservato al microscopio oppure sottoposto a esami di laboratorio che consentono di determinare la presenza di patogeni.

Cura della tricomoniasi: trattamento previsto e durata

Una volta accertata la diagnosi di tricomoniasi, il ginecologo procederà a prescrivere la terapia più indicata per debellare l’infezione.

Solitamente, il trattamento dell’infezione da Trichomonas vaginalis prevede l’uso di antibiotici come il metronidazolo o il tinidazolo.

Nel corso della cura e nelle ore successive al suo termine, occorre evitare accuratamente l’assunzione di bevande alcoliche. L’assunzione di alcol, infatti, potrebbe dare luogo a forte malessere, con crampi addominali, nausea, vomito e mal di testa.

Per evitare gli effetti collaterali degli antibiotici – la cui azione determina spesso sconvolgimenti della flora batterica intestina e vaginale – si raccomanda di assumere un integratore di probiotici come Plenum Integratore.

Data la natura della malattia, sarebbe bene che anche il partner sessuale venga coinvolto nella terapia.

La durata del trattamento con antibiotici è a discrezione del medico curante che lo prescrive. Segui sempre le sue indicazioni e ricorda di effettuare una visita di controllo dopo tre mesi, in modo da prevenire ricadute e recidive.

Per eventuali segnalazioni o reclami, si prega di contattare il titolare del presente sito web all’indirizzo email gdtif@gditalia.biz

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