macchie bianche pelle come trattarle

Macchie bianche sulla pelle: come trattarle?

D’estate, a causa dell’eccessiva esposizione al sole e di altri fattori, può capitare di veder comparire delle chiazze sulla pelle. Delle volte si tratta di macchie scure, dovute a una maggiore produzione di melanina. In altri casi, invece, si tratta di macchie bianche, molto più chiare rispetto alla normale tonalità della nostra cute.

Volendo utilizzare un termine tecnico, si parla di ipocromie o anche di ipopigmentazioni.

Solitamente, le macchie bianche della pelle possono essere ricondotte a quattro cause diverse:

  • vitiligine
  • infezioni da parte di funghi come la pitiriasi versicolor
  • ipomelanosi guttata idiopatica
  • traumi della pelle (ipopigmentazione post-traumatica)
  • lesioni dovute a infiammazione (ipopigmentazione post-infiammatoria)

Vitiligine: una condizione cronica della pelle

La vitiligine è una condizione cronica della pelle che si manifesta attraverso la comparsa di macchie bianche sulla cute, in diverse zone del corpo. Essa è determinata da un’alterazione dei melanociti, le cellule deputate alla produzione di melanina, la sostanza che dà colore a capelli e pelle.

Esistono due varianti di vitiligine:

  • vitiligine bilaterale o simmetrica
  • vitiligine segmentale

Nella vitiligine bilaterale, i distretti corporei sono coinvolti in modo speculare l’uno rispetto all’altro. Ciò significa che le macchie si dispongono in modo simmetrico sulla parte destra e sulla parte sinistra. Quella bilaterale o simmetrica è la variante più diffusa.

La vitiligine segmentale, invece, meno frequente, si presenta sotto forma di macchie chiare che interessano soltanto una delle due metà del corpo e che si posizionano come a formare una sorta di tracciato

Quale sia la ragione di questo disturbo non è ancora chiaro.

L’ipotesi più accreditata è che si tratti di una patologia autoimmune. Come dimostrano alcuni recenti studi, infatti, chi soffre di vitiligine spesso è affetto anche da altre malattie di questo tipo come l’alopecia areata e i disturbi della tiroide.

Probabilmente, anche la predisposizione genetica e la familiarità hanno un ruolo nell’insorgenza della vitiligine. Altri fattori, come forti stress e un calo delle difese immunitarie, possono aggravare il disturbo.

Ne sono affetti indiscriminatamente uomini e donne, di qualunque etnia. Nei soggetti con la pelle più scura, le macchie bianche risultano molto evidenti. In quelli che hanno la pelle più chiara, invece, la discromia si nota di più in estate, perché la pelle abbronzata fa maggiore contrasto con le chiazze più chiare.

Solitamente, la vitiligine compare prima dell’adolescenza e comunque entro i 20 anni, quindi in età giovanile. Nei soggetti che sviluppano la malattia fin dall’infanzia, di solito le macchie coprono meno del 10% della superficie corporea.

Non si tratta di una patologia contagiosa o pericolosa.

La vitiligine non ha particolari conseguenze sulla salute fisica della persona. Tuttavia, spesso chi soffre di questa patologia della pelle si trova ad affrontare pesanti conseguenze di tipo psicologico, sviluppando disturbi quali l’ansia sociale e la depressione. Confrontarsi con lo sguardo e l’opinione degli altri, purtroppo, non è affatto semplice. Né è semplice accettare di vedere il proprio corpo cambiare e trasformarsi.

Pitiriasi versicolor: tutta colpa di un fungo della pelle

Se della vitiligine ancora non si conoscono le cause certe, la pitiriasi versicolor (o tinea versicolor) ha un preciso responsabile: Pityrosporum orbicolare o Malassezia furfur. Si tratta di un fungo che vive sulla nostra pelle e sul cuoio capelluto, senza crearci alcun disturbo e nutrendosi del sebo prodotto dalle nostre ghiandole. Per questa sua caratteristica viene definito “commensale saprofita”.

Esso fa parte della cosiddetta flora cutanea o microbiota cutaneo, insieme a decine di altri microrganismi.

Il fungo prolifera e diviene aggressivo, attaccando la pelle, in alcune condizioni particolari:

  • clima caldo e umido, ideale per la propagazione di microrganismi di questo tipo
  • frequentazione di ambienti umidi come palestre e piscine
  • sudorazione eccessiva
  • pelle grassa
  • sistema immunitario indebolito (immunodepressione)
  • assunzione di alcuni farmaci come corticosteroidi, immunosoppressori e contraccettivi orali
  • malnutrizione

L’infezione da parte di Malassenzia furfur interferisce con la normale produzione di melanina e la conseguente pigmentazione della pelle. La conseguenza è la comparsa di macchioline di colore più chiaro sulla cute, che si dispongono generalmente sulla parte superiore del corpo, si schiena, petto, collo e braccia.

Altri sintomi tipici della pitiriasi versicolor sono:

  • lieve prurito
  • desquamazione della pelle, simile a forfora

La pitiriasi versicolor è chiamata impropriamente fungo di mare.

Sfatiamo un mito, una falsa convinzione: andare in spiaggia, esporsi al sole e fare il bagno non accentua il disturbo. Semplicemente, con l’abbronzatura, le piccole discromie cutanee si fanno più evidenti. Saltano all’occhio.

Il mare non favorisce né determina la micosi, causata da altre condizioni che facilitano la crescita di questo micete già naturalmente presente sulla nostra pelle.

Ipomelanosi guttata idiopatica

Cos’è l’ipomelanosi guttata idiopatica?

Questo nome scientifico, che potrebbe lasciare molti interdetti, indica un disturbo della pigmentazione cutanea che deriva da un danno cronico ai melanociti, dovuto all’esposizione prolungata ed eccessiva al sole.

Spesso non ci pensiamo, ma il sole non sempre è un alleato della nostra salute. È vero che fa bene, che migliora l’umore, che ci aiuta a sintetizzare la vitamina D… Tuttavia, prenderne troppo e senza le dovute precauzioni, significa mettere a dura prova la nostra pelle e accelerarne il naturale processo di invecchiamento.

Solitamente, l’ipomelanosi guttata idiotapatica colpisce le persone già un po’ avanti con l’età, soprattutto dopo i 50/60 anni.

Le macchioline bianche sono di forma tondeggiante, molto piccole, simili a piccole gocce o anche dei minuscoli coriandoli che compaiono prevalentemente sulle pelle delle mani, delle braccia, delle gambe e sul viso cioè sulle zone che più spesso subiscono il tocco della radiazione solare.

Si tratta di un inestetismo di natura del tutto benigna e non contagioso.

Macchie bianche sulla pelle dopo un trauma: l’ipopigmentazione post-traumatica

Le macchie bianche che compaiono sulla pelle possono essere anche l’esito di un trauma subito dalla cute. Può trattarsi di un incidente, dell’esito imprevisto di un trattamento, per esempio un trattamento abrasivo, un trattamento di epilazione laser o un peeling chimico troppo aggressivo e profondo, ma anche dell’effetto di un intervento chirurgico.

In tutti questi casi, la cute subisce un danneggiamento, che nel tempo si ripara spontaneamente. Spesso, però si forma una cicatrice, la cui colorazione appare più chiara rispetto alla colorazione naturale della nostra cute.

Ci troviamo di fronte a un’ipopigmentazione post-traumatica.

Macchie bianche sulla pelle a causa di un’infiammazione: l’ipopigmentazione post-infiammatoria

L’improvvisa comparsa di macchie cutanee chiare potrebbe anche essere la diretta conseguenza di alcune patologie infiammatorie come la dermatosi bollosa o altri tipi di infezioni della pelle che spesso lasciano dietro di sé delle cicatrici.

Tra le cause dell’ipopigmentazione post-infiammatoria c’è anche l’acne.

Alcuni rimedi per le macchie cutanee chiare

Prima di intervenire su una qualsiasi discromia, si tratti di una macchia scura o chiara, occorre innanzitutto rivolgersi al proprio medico dermatologo. Soltanto un esperto, infatti, potrà valutare in modo attento la macchia, effettuare una diagnosi e prescrivere un’eventuale terapia.

In questa sede, ci limitiamo a dare alcuni suggerimenti.

Come trattare la vitiligine

Per la vitiligine, esistono diverse terapie che hanno lo scopo di ripristinare per quanto possibile l’aspetto originale della cute, impedendo il progredire della patologia:

  • fototerapia con raggi UVB
  • terapia farmacologica

La fototerapia con raggi UVB a banda stretta consiste nell’esposizione a raggi ultravioletti ad alta concetrazione emessi da speciali macchinari, appositamente predisposti. Le zone del corpo interessate dal trattamento sono esclusivamente quelle affette dalla vitiligine. In questo modo, si evita di creare un maggior contrasto cromatico tra la cute sana e quella cosparsa di chiazze bianche.

La radiazione colpisce i melanociti presenti ai bordi delle macchie oppure nei follicoli piliferi e ne stimola la proliferazione.

Il processo di ripigmentazione tramite fototerapia può essere supportato tramite l’assunzione di Pigmadin, integratore 100% vegano ad azione eupigmentante e immunomodulante.

La formulazione di Pigmadin, a base di potenti antiossidanti, lo rende particolarmente indicato ed efficace per supportare la fototerapia. Quest’integratore, infatti, è in grado di migliorare la risposta cutanea al trattamento, amplificandone i benefici.

L’assunzione di Pigmadin consente di aumentare la tolleranza cutanea ai raggi UV e di conseguenza di sottoporsi a sedute fototerapiche più lunghe, con risultati migliori nel tempo.

L’uso di Pigmadin può essere associato a quello di Melanidin. Una crema che non serve semplicemente a coprire le macchie più chiare, ma agisce direttamente su di esse:

  • stimola la sintesi della melanina
  • combatte i danni prodotti dai radicali liberi
  • mantiene la pelle idratata
  • protegge la pelle dai danni da fotoesposizione

La terapia farmacologia per il trattamento della vitiligine, invece, prevede l’uso di creme a base di cortisone (corticosteroidi), applicate sulle chiazze. In alcuni casi vengono prescritti anche immunosoppressori.

Come trattare la pitiriasi versicolor

Il trattamento della pitiriasi versicolor può prevedere tecniche e prodotti diversi a seconda di vari fattori come l’estensione e localizzazione della macchia, il suo spessore e il periodo dell’anno in cui ci si trova.

Un primo passo è la pulizia quotidiana della pelle affetta da tinea versicolor con un detergente o shampoo medicato a pH acido. Occorre lasciare in posa il prodotto per 5/10 minuti prima di risciacquare con acqua. L’operazione di detersione deve essere compiuta regolarmente.

Il medico dermatologo può prescrivere anche dei farmaci antimicotici.

Se le macchie cutanee chiare sono poco estese e molto localizzate, si può optare per creme, unguenti o mousse da applicare direttamente sulla pelle. I principi attivi solitamente contenuti nella formulazione di questi prodotti sono: ketoconazolo, ciclopirox, clotrimazolo, miconazolo, terbinafina…

Nel caso in cui si debbano trattare porzioni di pelle molto estese (per esempio il dorso) o quando la pitiriasi versicolor tende a ripresentarsi dopo le cure, il dermatologo può suggerire di assumere farmaci per via orale formulati per contrastare le infezioni micotiche di questo tipo.

In parallelo, è possibile utilizzare anche Melanidin, un prodotto utile non soltanto dal punto di vista estetico ma anche pratico. Melanidin, infatti, corregge gradualmente l’inestetismo cutaneo, consentendo di ottenere un colorito uniforme, molto simile a quello naturale.

Per fortuna, la pitiriasi versicolor non è contagiosa. Di conseguenza, non bisogna isolarsi o evitare i contatti con gli altri e nemmeno sterilizzare gli indumenti indossati normalmente.

Come trattare l’ipomelanosi guttata idiopatica

Allo stato attuale, non esiste una terapia definitiva e specifica per debellare le macchie provocate dall’ipomelanosi guttata idiopatica. Cancellarle del tutto è impossibile.

Ci sono, però, alcune strategie di trattamento che consentono di ottenere dei risultati soddisfacenti.

Si può usare la crioterapia, una metodica molto diffusa in ambito dermatologico, che prevede l’uso dell’azoto liquido applicato direttamente sulla lesione cutanea, provocando un’ustione da freddo.

Altri suggeriscono l’utilizzo della dermoabrasione oppure l’applicazione di steroidi a uso topico.

Per limitare il danno estetico, suggeriamo anche l’utilizzo di Melanidin.

Come trattare le ipocromie post-traumatiche e post-infiammatorie

In caso di alterazione cromatica dovuta a un’infiammazione oppure a un trauma, suggeriamo di assumere Pigmadin, integratore alimentare prodotto da GD.

Per eventuali segnalazioni o reclami, si prega di contattare il titolare del presente sito web all’indirizzo email gdtif@gditalia.biz

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