Processi di lavorazione sempre più sofisticati rendono disponibili shampoo che, oltre a svolgere una funzione detergente, rappresentano un valido supporto per trattare diversi disturbi del cuoio capelluto. Nelle formulazioni, accanto ai tensioattivi, sono presenti additivi dotati di azione astringente, antimicotica, cheratolitica o antipruginosa. Ogni giorno, sui capelli, si depositano vari tipi di sostanze: sebo, sudore, polvere, inquinanti e per questo occorre detergere il cuoio capelluto con prodotti specifici e adatti alle singole esigenze.
La scelta, in linea generale, dovrebbe ricadere su un detergente delicato, con pH leggermente acido, compreso tra 4 e 6 (come quello del cuoio capelluto), che rispetti il fattore di idratazione e il film idrolipidico.
- anionici (saponi, alchilsolfati, trietanolammina), che hanno un forte potere detergente, emulsionante, battericida, schiumogeno;
- cationici (sali d’ammonio quaternario), caratterizzati da un’azione detergente e battericida e usati spesso come antisettici;
- non anionici (sorbitolo con acidi grassi), dotati di potere emulsionante;
- anfoteri (betainici e imidazolici), che hanno un buon potere detergente ed emulsionante. In particolar modo, i betainici svolgono un’azione battericida, nel rispetto del mantello idrolipidico;
- emulsionanti naturali (saponine), poco aggressivi, ma poco schiumogeni.
Tra gli additivi usati negli shampoo vi sono addensanti, profumi, stabilizzatori della schiuma, tamponi, antistatici, umettanti e sostanze con funzione medicamentosa.
I lavaggi frequenti non sempre risolvono il problema dell’ipersecrezione sebacea: i capelli grassi lavati troppo spesso e con detergenti troppo ener-gici appaiono a breve più untuosi di prima, perché il lavaggio non fa che asportare il sebo di superficie e deter-mina, per contro, il rapido affioramento di quello già presente nel follicolo (iperseborrea di rimbalzo).
- Essenze di cedro e di geranio: possiedono attività astringente e antisettica;
- Sabal serrulata (ricavato dal frutto di una piccola palma del sud degli Stati Uniti): aiuta a normalizzare localmente la seborrea;
- Estratto idroalcolico di radici d’ortica: favorisce la regolarizzazione dell’attività delle ghiandole sebacee e ritarda la distribuzione del sebo lungo lo stelo dei capelli, permettendo così di aumentare il tempo d’intervallo fra uno shampoo e l’altro;
- Estratto di bardana: ha funzione seboregolatrice;
- Derivato dell’acido abietico: impedisce la migrazione del sebo;
- Elubiol: inibisce la proliferazione batterica e regola l’eccesso di sebo;
- Argilla dolce: assorbe il sebo in eccesso.
Il clima, l’esposizione alla luce solare, lo stress, fattori genetici, ormonali e nervosi, un uso scorretto di prodotti tricologici, possono intervenire nella genesi della forfora. Più interessante appare il dato, scientificamente accertato, che nelle squame e fra i capelli dei soggetti con forfora è spesso presente in quantità massiva un fungo, il Pityrosporum ovalis. L’opinione più accreditata è che non sia il micete responsabile della forfora ma che, al contrario, in molti casi un cuoio capelluto con forfora costituisca un terreno favorevole al suo sviluppo. Con l’uso di shampoo e trattamenti mirati, la forfora si tiene agevolmente sotto controllo.
- piroctone olamina: svolge funzione antimicotica;
- solfuro di selenio: esercita un rallentamento del turnover cutaneo, normalizzando la produzione di squame e sebo. Favorisce il disgregamento delle squame tenaci e il loro distacco dal cuoio capelluto. Ha funzione antibatterica e antimicotica ed è efficace anche in caso di dermatite seborroica. Per contro può causare reazioni allergiche, decolorare i capelli e lasciare il cuoio capelluto oleoso; i capelli vanno quindi risciacquati molto bene dopo ogni applicazione;
- zinco piritone: aiuta a eliminare progressivamente le lamelle cornee della forfora e a ridurre significativamente l’untuosità nel giro di due o tre settimane. Ha prevalente azione antimicotica, seboriducente, cheratolitica;
- lipoidrossiacido: rimuove immediatamente le squame.
- acido salicilico: toglie delicatamente le squame in eccesso e quelle più adese e persistenti (azione esfoliante). Utilizzato a concentrazione superiore al 3% è un potente cheratolitico: prima di usarlo, è quindi opportuno valutare strutturalmente i capelli per evitare di danneggiarli;
- catrame di ginepro: aiuta a eliminare le lamelle cornee della forfora senza influenzare la secrezione sebacea. Possiede attività antibatterica, antiprurito, antinfiammatoria, seboriducente;
- ittiolo: limita l’eccessiva produzione di squame e ha effetto antiarrossamento;
- ciclopiroxoIamina: riduce la desquamazione, il rossore e seda il prurito.
La forma più frequente di alopecia è l’androgenetica, la comune calvizie, che colpisce l’80 per cento degli uomini entro i 60 anni, ma affligge anche molte donne dopo la menopausa. La causa è da ricondurre a due fattori: gli ormoni androgeni (infatti non compare mai prima della pubertà) e la predisposizione ereditaria (perché più frequente nelle persone con il padre calvo).
Indipendentemente dalle cause che determinano la perdita di capelli, è importante porre attenzione alle misure alimentari e igieniche, che possono sostenere e incentivare il trofismo del cuoio capelluto.
E’ consigliabile, per esempio, una dieta equilibrata, con un buon apporto di sali minerali (ferro in particolare), associata eventualmente all’assunzione di integratori dietetici a base di cisteina, cistina e metionina, aminoacidi solforati necessari per la sintesi della cheratina e del collagene.
I principali componenti dei trattamenti cosmetici anticaduta sono:
- aminexil: si oppone all’accumulo e all’irrigidimento del collagene (fenomeno che provoca il “soffocamento” del capello alla radice e una caduta prematura) favorendo il prolungamento del ciclo di vita del capello;
- estratto di china: possiede proprietà emollienti, tonificanti e lucidanti. Protegge dai raggi del sole, controlla l’eccesso di sebo e ha una funzione stimolante sul cuoio capelluto;
- vitamine del gruppo B: favoriscono l’attività del bulbo pilifero rivitalizzando e rinforzando i capelli direttamente alla radice. In particolare la vitamina B6 svolge un ruolo importante nel metabolismo degli aminoacidi, intervenendo nelle reazioni di transulfurazione che convertono la metionina in cisteina (aminoacido indispensabile per la cheratinizzazione del capello); la vitamina B8 è essenziale per la sintesi di acidi grassi e in molte reazioni, come quelle di carbossilazione e di desaminazione. Il nicotinato di tocoferolo: esplica un’azione energizzante a livello del bulbo che è all’origine della crescita dei capelli. Fortifica, sin dalla radice, i capelli fragilizzati. Ha un’importante funzione antiossidante e previene quindi l’invecchiamento delle cellule.
- la fase di crescita o anagen, durante la quale il follicolo produce il capello che si allunga fino a fuoriuscire dalla superficie cutanea dando origine al fusto. Il periodo dura in media 3-6 anni;
- la fase di progressivo arresto delle varie funzioni vitali o catagen durante la quale la crescita del fusto del capello rallenta gradualmente fino ad arrestarsi. Il follicolo cessa, quindi, di produrre il capello e questo non si allunga più: la durata di questa fase è molto breve, circa due settimane;
- la fase di riposo funzionale o telogen, che rappresenta il periodo terminale durante il quale il capello si trova ancora nel follicolo pilifero, ma le sue attività vitali cessano completamente. Prima di cadere, il capello rimane ancora sul cuoio capelluto per circa 2-3 mesi. Rispetto ai capelli limitrofi, ogni follicolo si trova in una fase diversa: se così fosse si assisterebbe periodicamente alla caduta simultanea di tutti i capelli.
In caso di alopecia androgenetica, si assiste a una progressiva miniaturizzazione dei follicoli dei capelli, a causa di un anormale accumulo di collagene, che tende a inibire il normale processo di rinnovo della capigliatura.
La guaina di collagene tende a ispessirsi e a soffocare la radice del capello, che risulta sempre meno ancorata al derma e spinta verso l’esterno del bulbo, dove muore per mancanza di nutrimento. A questo punto il capello è espulso e il bulbo va incontro a una prematura interruzione del ciclo pilifero, con il risultato di un diradamento della capigliatura.
“Questo articolo è stato liberamente tratto dalla rivista “Da TEMA Farmacia n. 3 Anno XXII”. Per eventuali segnalazioni o reclami, si prega di contattare il titolare del presente sito web all’indirizzo email gdtif@gditalia.biz”