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Cosmetici nickel safe. Per la sicurezza della tua pelle

Evitare il nichel sembra un’impresa impossibile.

Tracce di questo metallo pesante si trovano un po’ ovunque. È presente naturalmente nel suolo. Molti monili, specie quelli di bigiotteria come orecchini, braccialetti, collane e piercing, sono formati da leghe metalliche in cui è incluso anche il nichel.

Invisibile e insidioso, il nichel è utilizzato anche nella produzione di moltissimi oggetti di uso comune: chiavi, monete, pentole, batterie.

Infine, alte concentrazioni di nichel si scoprono anche in alcuni alimenti che fanno normalmente parte della nostra dieta, dal cacao ai cereali interi.

Una curiosità interessante è quella legata al suo nome.

A scoprirlo fu, nel 1751, il barone Axel Fredrik Cronstedt. Egli voleva provare a estrarre il rame da un altro minerale, oggi conosciuto come niccolite. Ma per puro caso, estrasse un elemento che nessuno aveva mai visto fino ad allora.

Decise che lo avrebbe chiamato Nichel.

Tale parola deriva da Kupfernichel, il nome che i minatori avevano dato alla niccolite.

Kupfernichel letteralmente significa “diavoletto del rame” (da Kupfer, che significa “rame” e Nikel, diminutivo del nome Nikulaus). Chi scendeva nelle miniere con pala e piccone, infatti, trovandosi di fronte alla niccolite, pensava che una sorta di folletto maligno avesse trasformato il rame in questo strano minerale.

In teoria, si tratta di un materiale del tutto innocuo. Eppure, moltissime persone sviluppano una vera e propria allergia al nichel, con sintomi anche molto invalidanti, che hanno un forte impatto sulla quotidianità di chi ne soffre.

Allergia al nichel: forme e sintomi

L’allergia al nichel si presenta come una reazione spropositata del sistema immunitario a un elemento estraneo all’organismo, con cui interagisce per via cutanea oppure per via alimentare.

In buona sostanza, si tratta di un errore del nostro sistema di difesa, che risponde in modo improprio a una sollecitazione proveniente dall’esterno, determinando la reazione allergica.

Quando la pelle di un soggetto allergico entra in contatto con un oggetto contenente nichel, solitamente si scatena uno sfogo cutaneo. La cute si fa rossa, si avverte bruciore e prurito. Possono formarsi anche delle piccole vescicole piene di liquido, che danno luogo a crosticine.

Sono i sintomi tipici della dermatite allergica da contatto, molto simili a quelli dati dall’eczema.

Le eruzioni cutanee possono durare dalle 2 alle 4 settimane. Nei casi più gravi, tali lesioni possono svilupparsi in vere e proprie ulcerazioni.

In un certo numero di soggetti, l’ingestione di alcuni cibi contenenti grandi quantità di nichel può provocare una sintomatologia molto varia, con disturbi di tipo gastrointestinale, neurologico e respiratori:

  • nausea
  • gonfiore e crampi addominali
  • diarrea o stipsi
  • mal di testa
  • senso di spossatezza
  • capogiri e vertigini
  • mal di testa
  • rinite
  • asma

In questo caso, si parla di Sindrome sistemica da allergia al Nichel (SNAS).

La diagnosi dell’allergia al nichel

  • Se quando indossi gli orecchini, noti che la pelle si fa rossa e gonfia
  • Se hai una strana reazione cutanea quando maneggi pentole e padelle in acciaio inox
  • Se non puoi applicare alcuni cosmetici senza andare incontro a fastidi come prurito e bruciore

Allora potresti soffrire di allergia al nichel. Se sospetti qualcosa del genere, il consiglio è sempre quello di rivolgersi a un dermatologo esperto che possa valutare lo stato della tua cute ed effettuare un esame accurato per arrivare a una diagnosi.

Il dermatologo ti sottoporrà al patch test, che viene eseguito proprio per accertarsi se l’interazione di una determinata sostanza con il nostro organismo provoca reazioni di tipo allergico.

Si tratta di un esame del tutto indolore. Per effettuarlo, si applica sulla pelle della schiena un cerotto che contiene l’allergene da valutare, in questo caso il nichel. Il cerotto non viene rimosso se non dopo almeno 48 ore, nel corso delle quali l’allergene viene rilasciato lentamente.

Trascorse le 48 ore, il medico può staccare il cerotto e “leggere” il test, verificando se ci sono state reazioni cutanee come eritemi o edemi e quale è stata la loro entità, se lieve o grave.

L’eventuale assunzione di farmaci potrebbe influire sui risultati. Di conseguenza, il paziente dovrebbe sempre informare il proprio dermatologo se sta seguendo una terapia, in particolare se utilizza antistaminici o farmaci cortisonici.

Il patch test consente di diagnosticare l’eventuale allergia cutanea che si manifesta come dermatite da contatto.

La diagnosi della Sindrome sistemica da allergia al Nichel (SNAS) è più complessa e prevede innanzitutto un periodo di dieta restrittiva a basso contenuto di nichel, nella quale si eliminano i cibi incriminati.

Successivamente, si viene sottoposti al Test di provocazione orale, indagine allergologica che deve sempre essere effettuata da un esperto. Il paziente viene invitato ad assumere l’allergene, prima in dosi estremamente basse, aumentando la quantità a intervalli regolari, solitamente ogni 30 minuti. Si continua in questo modo finché non si manifestano dei sintomi di tipo allergico oppure finché non si raggiungere un quantitativo standard.

I cosmetici giusti per chi soffre di allergia al nichel

La normativa europea vieta l’utilizzo del nichel nella formulazione di prodotti cosmetici.

Tuttavia, questo divieto non mette del tutto al riparo coloro che soffrono di allergia da nichel.

Pur essendo di fatto bandito come ingrediente, infatti, il nichel è comunque presente, in basse concentrazioni, all’interno di creme e altri prodotti di bellezza e cura della pelle poiché esso rappresenta un residuo di lavorazione.

In poche parole, a causa degli stessi processi produttivi, è impossibile che non ci siano tracce di nichel nei cosmetici in vendita sul mercato italiano.

Al momento attuale, non esistono procedure né macchinari che possano eliminare del tutto questi scarti o impurità, che possono derivare da alcune materie prima, come i pigmenti.

Di conseguenza, la dicitura “nickel free” presente su alcune etichette non è propriamente corretta.

Sarebbe meglio utilizzare l’espressione “nickel tested”, utile a indicare che quello specifico prodotto è stato testato per il contenuto in nichel e risulta sicuro anche per i soggetti allergici e intolleranti a tale elemento.

Noi di GD preferiamo utilizzarne un’altra ancora, che ci sembra più veritiera: “nickel safe”.

Tutti i nostri prodotti, infatti, sono realizzati con materie prime certificate prive di nichel e vengono testati specificamente al termine di ogni produzione e al termine del confezionamento, così da escludere eventuali contaminazioni nelle differenti fasi. In questo modo garantiamo al consumatore la massima tollerabilità cutanea.

I test vengono eseguiti in laboratori esterni su ogni lotto di produzione tramite ICP/MS e i prodotti vengono distribuiti soltanto quando il quantitativo di nickel rilevato è inferiore allo 0,0001%.

Questa quantità è inferiore di 10 volte a quella considerata accettabile di legge e rappresenta la soglia di sicurezza per chi soffre di allergia al nichel come attestato dall’Istituto Superiore di Sanità che afferma:

“su pelle irritata di soggetti sensibilizzati, con test occlusivo di 48H, oltre il 90% dei soggetti non reagisce a concentrazioni inferiori a 1ppm”.

L’obiettivo del nostro lavoro è promuovere la salute delle persone, uomini e donne.

Una salute che passa dalla pelle.

Per eventuali segnalazioni o reclami, si prega di contattare il titolare del presente sito web all’indirizzo email gdtif@gditalia.biz